È strano come le cose più belle siano anche quelle che non ti aspetti. Quelle per le quali non avevi neanche un pensiero o una minima idea. O forse sì, ma non lo sapevi neanche tu. Come un figlio, non sai di desiderarlo fino a quando poi non scopri di aspettarlo. E allora, anche se sei sorpresa e sicuramente impaurita, il cuore ti scoppia di gioia.
È stato per caso, infatti, che Alberto e io ci siamo trovati davanti a una palazzina – diciamo anche un rudere – nel cuore del centro storico triestino, proprio dietro Piazza Unità d’Italia e a un passo dal porto, e ce ne siamo innamorati. A essere sinceri, l’innamoramento è avvenuto in seguito perché all’inizio è stato solo e decisamente un colpo di fulmine.
Avevamo appena iniziato la nostra attività ricettiva in Casa Trauner, la stanchezza per la predisposizione delle stanze e dei poeti e della facciata e dei particolari e dei materiali e delle cucine, aveva definitivamente lasciato il posto all’entusiasmo. Quello degli inizi, che ti fa vivere con il batticuore e ti fa andare sempre avanti. E non c’era davvero spazio per un altro amore – di questo ero convinta.
E invece.
E invece eccoci davanti a quella palazzina, con al piano terra una ex macelleria che sarebbe potuta diventare una locanda, un luogo dove poter accogliere gli ospiti che avrebbero alloggiato negli appartamenti – ma anche gli amici – per un bicchiere di vino e la classica merenda fatta di affettati e formaggi genuini.
Il vino.
Collante emotivo di serate in allegria e in compagnia ma anche solitario amico con cui rilassarsi dopo un lungo viaggio. Ho immaginato chi un tempo avesse abitato quelle piccole stanze, vicino al porto e all’umanità che attraversava Trieste, e quanto vino poteva essere stato bevuto. Ho pensato alle tradizioni della mia terra e a quanto sarebbe potuto essere fattibile pensare a una sorella minore di Casa Trauner. Decidere di mettere una ulteriore pietra per lastricare una strada fatta di nuovi incontri, decisioni, qualche arrabbiatura, brainstormig, serate a immaginare che veste dare alla nuova struttura ricettiva nel centro storico di Trieste. Pensare al nome, a come sarebbe venuto, se ci sarebbero state più paure o più emozioni.
Come si fa con una creatura che sta per nascere. E che tu sai che, a prescindere e nonostante tutto, amerai.